Se con l’ausilio della fantasia e di un dizionario musicale iniziamo
un viaggio attraverso lo sviluppo della musica jazz nel tempo e nel mondo,
salta all’occhio evidente l’importanza che i musicisti siciliani,
o almeno con origini sicule, vi hanno avuto.
Iniziando il nostro veloce excursus dagli anni venti, uno dei nomi che
a chiunque vengono in mente è quello di Nick La Rocca, fondatore
e leader di quel gruppo che proprio in quegli anni ebbe grande notorietà e
cioè l’Original Dixieland Jazz Band, gruppo che tra l’altro
ebbe il merito di registrare il primo disco di jazz nella storia della
musica, rendendo così questa espressione musicale nota in tutto
il mondo.
Dopo la pubblicazione di questo disco, che registrò notevole successo,
il “gruppo” ebbe modo di esibirsi moltissimo non solo negli
States, ma, data la diffusione e l’importanza che ebbe l’incisione,
anche in Europa, dove il jazz era ancora quasi sconosciuto.
Nick La Rocca non era comunque l’unico siciliano dell’Original
Dixieland Jazz Band, ma di esso ne facevano parte anche Frank Signorelli
(piano) e Tony Sbarbaro (batteria); potremmo quindi affermare, senza
tema di essere tacciati di campanilismo, che il primo disco di jazz era
un vero e proprio “made in Sicily”.
Continuando il nostro ipotetico viaggio nel tempo, altra tappa importante
per il vanto e la gloria dei nostri conterranei, escludendo il periodo
delle grandi orchestre da ballo nelle fila delle quali erano comunque
quasi sempre presenti alcuni musicisti con origini siciliane, è stata
l’era del “Be bop”, stile musicale nato a New York
durante la seconda guerra mondiale.
Anche se questo periodo fu dominato dall’evento guerra, a New York
i musicisti di jazz continuarono la loro attività e proprio in
quel periodo “nacque” questo genere assolutamente nuovo e
mai ascoltato prima.
Ed è proprio nel primo gruppo di Be bop che, tra gli altri musicisti, è presente
un certo George Wallington (Giacinto Figlia), nato a Palermo, il quale
impresse, essendo non solo pianista ma anche compositore, un apporto
notevolissimo allo sviluppo di questo stile, dando una svolta definitiva
al corso del jazz.
E’ doveroso sottolineare come questo gruppo fosse composto di
musicisti la cui fama già allora era a livello mondiale come:
Dizzy Gillespie (tromba), Oscar Pettiford (contrabbasso), Max Roach (batteria)
e Don Byas (sax).
Sul finire degli anni ’40 un poliedrico musicista cominciò a
mettersi in luce.
Si trattava di Tony Scott, al secolo Tony Sciacca. E’ nato nel
New Jersey nel 1921 da una famiglia di emigranti siciliani con spiccata
passione per la musica (alcuni di loro erano musicisti), tanto da fargli
studiare diversi strumenti (clarinetto, sassofono, piano).
Questo colosso del jazz nel 1953 suona nell’orchestra di Duke Ellington,
arrangia e suona brani per Sarah Vaughan e Billie Holiday, compie diverse
tournée in Africa e in Europa, e suona con musicisti del calibro
di Charlie Parker, Bill Evans, Kenny Clarke, Benny Carter etc., riuscendo
a suonare ad altissimi livelli il jazz “tradizionale”ma dando
il meglio di sé in quello “moderno”.
Oggi Tony Scott vive in Italia dove svolge gran parte della sua professione.
Molti ancora sarebbero i nomi da citare che sicuramente affollano la
mente di ognuno di noi, sia esso jazzofilo o meno; in un breve e sicuramente
incompleto elenco dovremmo certamente aggiungere, solo per citare i più famosi:
Chick Corea, Frank Sinatra, Joe Pass, Chuck Mangione, Louie Bellson.
Naturalmente queste brevi note sull’importanza che i musicisti
siciliani hanno avuto allo sviluppo e diffusione del jazz nel mondo non
chiudono il capitolo, come accennato prima, invero ben più sostanzioso
e ricco loro riguardante, ma sono serviti ad andare soltanto un po’ indietro
nel tempo e comprendere come al di fuori dei luoghi comuni, alcuni di
noi nel mondo hanno contribuito a “creare” qualcosa di universalmente
riconosciuto e le cui melodie ancora oggi e speriamo per molto tempo
ancora, risuonano nelle nostre orecchie. |