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" The miraculous essence of the Mediterranean"
by Max Vajo web readaptation by Vanvakys
prefazione al capitolo 2

There was something in the air, we could hear it and feel it, the miracle of a return to the pure form of the Mediterranean song cleansed of encrustations, of banalities, of persisting errors, of oppressiveness and inaccurate accents, of both the excesses of of good taste and bad tast of amateurs, of lyric histrionics.

What is left is the joy of the song's ethereal thread, supported by delicate harmonies, with
no elaborated instrumental acrobatics. The song triumph for its genuine expressiveness,
which requires nor travesties or art artifices, but which entrusts itself to the humble and
immutable wisdom of those sounds, which are eternal in both, space and time.

This task, undertaken by one wonderful singer , restores to us, at the end of a century
which has stripped bare human sentiment, inner disintegration and ruined hopes, a
consolation which no longer dared believe in : Simone Alaimo, latter-day hero who,
via his faith in pure beauty, surround us with a subdued throbbing, with the impalpable
subtlety of bel canto, in an unbelievable prodigy of re-birth .

When Alaimo reconstructs the incredible atmosphere of the song of Sicily as if at the
moment of their re-birth, in the dark, perfumed Sicilian night, in the wings of some
Baroque theatre or between the rows of orange trees, it is like hearing for the first time,
" crozza", as if in that state of painful astonishment that comes after a dreadful
re-awakening during some dramatic moment in Sicilian history, not like the whistling of
some banal ditty.

When Simone Alaimo sings, one can understand why the crowds went mad, and of an
opera asked Caruso, Ruffo or Gigli to sing the songs of Naples. Alaimo gives us even
more, if it is possible to imagine more than that given by Caruso and his contemporaries;
He is on stage still in his costume, yet in an instant he has stripped himself of the
inflexions and the atmosphere of the lyric opera, and has confronted the pure ( and
therefore difficult and sensitive ) song, in an incredible transformation of style and
technique, which goes beyond the skills of the opera singer , turning him into the people
hero , set against a brilliant sky, without the artifice of the stage, alone, with the pure,
naked song, recalling the crickets at night in Castenuovo, immortalized by Di Giacomo.

Translation : Emma French



*IL MIRACOLO DI UNA RITROVATA MEDITERRANEITA'
di Max Vajo

riadattamento Web by Vanvakys
prefazione al capitolo 2

Era nell'aria, losentivamo e lo aspettavamo, il miracolo di un ritorno del canto Mediterraneo nella sua primitiva aura, pulito dalle incostrazioni di oleografia, di errori di abitudine, pesantezze, accentuazioni sbagliate, buon gusto volrnteroso o cattivo gusto da dilettanti e addirittura da lirico gigionismo.

Ecco dunque la gioia ritrovata del filo aereo del canto, sorretto da lievi armonie, senza sapienti acrobazie di strumentazione ma trionfale nella sua autentica espressivita' che non s'affida a travestimenti e lenocinii ma alla umile e indimenticabile profondita' dei suoni che scavano sedi eterne nello spazio e nel tempo.

In questo impegno di un cantante davvero grande del nostro tempo ecco restituita, alla fine di un secolo che avvampa su eccelse e inutili tecnologie, veli strappati sui sentimenti, macerie e laceranti speranze, ecco la consolazione che ormai non attendevamo piu':
Simone Alaimo, ultimo incredibile eroe che con la divina semplicita'dell'arte e della fede nella pura bellezza ci avvale di palpiti sommessi, di impalpabili finezze di bel canto, in un incredibile fenomeno di rivivescenza.

Quando Alaimo ricostruisce la stupenda atmosfera dei canti siciliani come nascessero a notte fonda tra quinte barocche e filari di aranci, e' come ascoltare per la prima volta crozza come nacque dal doloroso stupore di un pietoso rinvenimento in un drammatico momento della storia siciliana


Quando Simone Alaimo canta, si comprende allora l'entusiasmo della folla che dopo l'opera chiedeva a Caruso, a Ruffo, a Gigli, di cantare le canzoni napoletane: ma Alaimo fa di piu' se e' possibile pensare a qualcosa "di piu' "di Caruso e dei suoi contemporanei : egli sulla ribalta ha ancora le vesti di scena ma si e' spogliato in un attimo delle suggestioni della lirica, affrontando la verginale ( e percio' difficile e sensibilissima ) espressivita' della canzone con una incredibile trasformazione di stile e di emissione , che supera direi la bravura dell'interprete dell'opera e lo consacra voce di un popolo, contro un cielo trasparente, senza lenocinii da palcoscenico, lui solo, con una linea di canto scoperto, a ricordo del grillo notturno di Castelnuovo, eternato sempre lui da Di Giacomo .

 

Link - Silvie Bendova