Ore
15.15 Sugli spalti...
Assiepati tra le tribune e gradinate di legno e tutto
attorno il campo di gioco vi erano migliaia di persone. Il pubblico era diviso
a metà tra i tifosi rosanero e i giallorossi;a tifare Palermo vi erano
anche tra le personalità intervenute un delegato del Sindaco e del
Prefetto, e si dice che c'erano anche alcuni ufficiali Inglesi e Americani
e persino qualche noto Bandito, cosi accaniti tifosi del Football che per
non perdersi questo raro incontro sportivo vennero allo stadio travestiti
e in incognito (anche se lo sapevano tutti ).
Ma quel giorno, quasi il tempo si fosse fermato, la
guerra non era cosi importante. Tutti quanti volevano solo assistere ad un
bell'incontro di sport e di svago collettivo.
Negli
spogliatoi.....
Negli spogliatoi intanto i giallo-rossi del Villabate ancora non si capacitavano;
nervosi discutevano sui nuovi assetti in campo e i dirigenti uniti ai giocatori
piu anziani stilarono su un pezzo di carta la formazione che da li a pochi
secondi ormai avrebbe disputato il primo tempo della partita. Per scaramanzia
anche io, Santo Cocchiara, e Angelo Troia fummo inseriti in elenco come riserve
,con i nostri numeri di maglia, rispettivamente la 6 e la numero 9.
Nemmeno l'arrivo delle divise nuove, preparate per l'
occasione, riusci a risollevare il morale dei ragazzi. Giacomo Troja che di
solito era sempre pronto alla battuta scherzosa, sembrava stesse recitando
la parte di Amleto nella scena precedente il suicidio.« Forza Ragazzi
dobbiamo giocarcela lo stesso, e poi forse, puo darsi che Angelo e Santo ci
riescano ad arrivare qui per il secondo tempo..»Disse il Mister. Con
la maglia numero 13 entrava come mediano sinistro un ragazzo della juniores,
aveva 17 anni, non ricordo il suo nome, magro e smilzo, troppo debole per
affrontare un impegno di questa importanza.Con la numero 15 al posto della
9 in attacco entra un certo Lillo della Bandita (quartiere alle porte di palermo
in via Messina Marine), buon fisico e ottimo corridore giocava anche bene,
ma non aveva la potenza e la carica agonistica di Angelo.
Ore
15.30 Palla al centro
Le squadre uscirono dagli spogliatoi con i giocatori
allineati a seguito della terna arbitrale. Di corsa raggiungono il centro
campo raccogliendo il saluto della folla festante, un tripudio di colori,
cori e canti di incitamento. C'era anche L'Azz..Banni, (termine in dialetto
palermitano dal siculo-americano Jazz-Banny, introdotto dagli emigranti della
prima generazione che tornavano in Sicilia dagli States, che significa banda
musicale). Bandiere multicolori improvvisate, piatti di alluminio e gavette
militari per fare rumore, era il pubblico delle grandi occasioni, le donne,
in maggioranza, assistevano alla partita con i bambini in braccio, sistemate
anche sui balconi e sui tetti delle case circostanti lo stadio. Ben presto
i sostenitori del Villabate si accorsero che in campo la formazione non era
quella annunciata,cominciarono a rumoreggiare : "Ma cosa succede, dove
sono Angelo e Santo ? Come mai non giocano? " Se ne sentirono e dissero
di tutti i colori. Siamo proprio la "disordinata". Ma ormai tutto
era pronto, squadre schierate e allineate e di fronte la banda musicale dei
Bersaglieri,per lo piu anziani e "imboscati", tutti in piedi ad
ascoltare l'inno di Mameli.
Le rovine del Castello
di Misilmeri
ore
15.31 il Tandem è a Bolognetta
Alle 15.31 avvistiamo la patacca dell'orologio del paese,
« corriamo presto! Sono tutti giu al campo!!» esclama Angelo,
le strade erano deserte come durante le ore del coprifuoco e con tutte le
energie che avevamo in corpo affrontammo l'ultima discesa verso il rettangolo
di gioco.In campo intanto,eseguito l'inno, fu osservato un minuto di raccoglimento
dedicato ai caduti , ai dispersi e a tutte le vittime della guerra . Le note
del Silenzio suonato dalla prima tromba, unito ai singhiozzi e alle preghiere
delle donne, erano gli unici rumori percepibili in quegli istanti interminabili.
Pochi attimi prima dello scadere dei 60 secondi.facemmo l'ingresso in campo
noi due.I nostri compagni di squadra ci corsero incontro felici e raggianti
facendo capannello intorno a noi,« Ma che minchia ..combinate ? qualcuno
chioso con tono liberatorio. Sugli spalti assolati era ritornata la speranza
e l'allegria, si riaccendevano le scommesse, adesso la "disordinata"
era al completo.Corremmo subito verso la nostra panchina e col capitano, Toto
Lo Cicero, andammo a conferire con il Mister, che con un timbro serioso ma
dispiaciuto ci disse: «No mi dispiace, troppo tardi entrerete dopo,
siete troppo stanchi, non potete giocare»...
Una
Passione a prova di
Bombe
"La
Disordinata Villabate" - VI