La
delusione, il crollo, la confusione in campo
«Ma come? Dopo tutto quello che abbiamo fatto per arrivare fin qui! Crollai
per terra, all'improvviso sentii tutta la fatica e la durezza delle salite triplicarsi
sotto il peso della delusione e dello sconforto. Angelo mi disse: "Vieni
con me". Con impeto, ma rispettosamente, mi prese per una mano e mi
trascinò davanti al Mister, dicendo: "Se non ci fa giocare adesso,
io e Santo ci dimettiamo immediatamente e per sempre!" L'allenatore impallidi;
conosceva bene la determinazione e la forza di volonta dei suoi ragazzi; avrebbero
mantenuto la parola e da quella decisione dipendevano le sorti future della
"disordinata Villabate". Preso tra il rispetto delle regole, che imponevano
di rispettare la formazione iniziale e la consapevolezza di dovere rispettare
i sacrifici e le fatiche che i due campioni avevano affrontato per venire a
giocare, l'allenatore si allontanò per un consulto con l'arbitro e il
Mister della squadra del Palermo. I rosanero, puliti e ben organizzati, stavano
gia riscaldandosi con scatti, brevi palleggi e lanci al portiere, mentre alcuni
giocatori del Villabate parlottavano con il pubblico e con gli amici sugli spalti
mentre altri discutevano animatamente sulla decisione presa dal Mister: non
si capiva piu nulla, era il caos totale. Qualche minuto dopo, una decisione
fu presa: il fischio di inizio venne rimandato di mezz'ora per darci la possibilità
di recuperare mentre, molto sportivamente, fu accettata la variazione della
formazione che avrebbe disputato la partita fin dall'inizio. "Evviva ce
l'abbiamo fatta" Io ed Angelo ci sdraiammo sotto uno spazio d'ombra, l'unico
per la verità, per difenderci dal torrido sole, col massaggiatore appresso.
L'acido lattico si era quasi riassorbito e, ritrovando la concentrazione, mettemmo
a punto, insieme a Nino Notaro, Salvatore D'agati e Toto Lo Cicero, lo schema
di attacco cosiddetto "a freccia", che consisteva nel lanciare la
palla dal centrocampo a tagliare verso il centro in direzione dell'area piccola,
dove doveva trovarsi il centravanti, per la cronaca Gaspare Granata.
ore
16.00 Comincia la partita
Finalmente entriamo in campo e, al completo questa volta, prendiamo posizione
sul terreno di gioco. I giocatori del Palermo ci guardano incuriositi, alcuni
ridono del fatto che abbiamo calzettoni diversi e qualche rattoppo sui pantaloncini,
prefigurando un facile "cappotto" a suon di goal. Mi porto a ridosso
dell'area di rigore verso Nino la "saracina" il nostro portiere,
e questa volta sono io a raccomandarmi a lui: il suo ruolo è fondamentale,
la difesa avrà un bel da fare contro il forte e atleticamente preparato
attacco avversario. Nino Notaro, mediano di centro, e Anciluzzo Bilo, "il
mastino", hanno gia preso in consegna i rispettivi giocatori avversari
da marcare a "uomo". Tutto sembra essere a posto: Toto Lo Cicero,
il capitano, molto elegantemente, regala la scelta del campo al Palermo che
decide per la meta col sole dietro; per fortuna la sorte ci regala il venticello
alle spalle e la prima battuta...
< indietro
| alto | avanti >
"U 'Zu Nardu
alla ferrovia di Villabate (1920), attuale Viale Europa