«Tra
le gare su pista indimenticabili sicuramente vi è la notturna
di Milano, era il 2 Luglio 1974. Mi ero
preparato da tempo a correre i 3000, teso e vibrante ascoltai lo speaker annunciare
la partecipazione degli atleti partecipanti, il Keniano N'Geno,
l'Americano Prefontaine, il Neozelandese Dixon
e il nostro Fava. Mi accorsi con sdegnata meraviglia
che il mio nome
non
era in elenco. Non era possibile, non capii la mia esclusione, risultavo ai
primi posti delle graduatorie nazionali, nonostante le mie legittime insistenze,
mi fu "concessa" la partecipazione alla gara
dei 1.500. Era le mia prima vera occasione importante, anni di sacrifici
sotto la guida di Gaspare che vedevo svanire per chissa quale motivo. Volevo
abbandonare, lasciare tutto e andare via, furono momenti cruciali per me come
uomo e come atleta, presi una decisione, decisi di partecipare. Il mio
record
personale su questa distanza era di 3:45.1, sicuramente avevo poche chance
di arrivare tra i primi, ma era anche la prima volta che mi trovavo di fronte
al mio idolo personale: il grande Franco Arese,
che salutai con rispetto e ammirazione. Le luci, il pubblico delle grandi
occasioni, i media, i migliori atleti del mondo, gli ingredienti c'erano tutti
e anch'io ero li ai nastri di partenza, pronto a fare la mia parte, contro
il destino e contro tutti. Allo sparo mi portai subito a ridosso dell'Americano
Winzenried, lepre del Neozelandese Walker,
che quella notte tentava di battere il record del mondo
appartenente al Tanzaniano Bayi con 3:32.2. Il
ritmo di gara era sostenuto, da record mondiale, ai 400 transitiamo in 56";
agli 800 in 1:54.7; ai 1000 in 2:23.38. Sui 1200 mi porto in prima posizione,
ma sentii le gambe indurirsi e nell'ultima curva Walker (NZ ) mi passa e poi
Hilton (USA) e Arese (ITA). Siamo al rettilineo finale, le luci, la folla
che incitava, il traguardo a pochissimi interminabili metri, davanti a me
Arese, lo supero, è fatta. Vince Walker (NZ)
in 3:34.3, secondo Hilton (USA) in 3:36.3 e terzo il sottoscritto in 3:37.7.
quarto Arese (ITA) in 3:38.8. Non ci credevo, non mi sembrava possibile
ma era vero, ero riuscito ad ottenere un tempo vicinissimo al record Europeo
3:34 che apparteneva al Francese Wadoux, ma soprattutto avevo addirittura
battuto il mio idolo e poi mio grande amico Franco Arese, primatista italiano
dal '71 con il tempo di 3:36.6. Fu per questo che la mia gioia non fu completa,
mi sentii quasi in colpa, smorzando il mio entusiasmo mi avvicinai a
Franco
per rassicurarmi delle sue condizioni, infatti in quella occasione si ruppe
il tendine di Achille terminando praticamente la sua brillante carriera.»
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6 - I meetings: avversari memorabili