Le aspettative di Don
Gaetano non vennero deluse. Infatti, i ritrovamenti continuarono nella media
di due o tre al mese, fu così che gli Arcoleo comprarono successivamente
alla casa anche il terreno in questione e un altro adiacente.
Purtroppo, a distanza di due o tre giorni da ognuno di quei recuperi corrispondeva
un ulteriore peggioramento della salute di Adelina.
Ormai la piccola non si alzava più dal letto; malgrado ciò conservava
la sua serenità e anzi, era lei a confortare la madre che non si muoveva
quasi mai dal suo capezzale. Donna Agatina non poté non constatare
che questa serenità, questa espressione di beatitudine, la figlia non
l'aveva mai avuta, se non dal giorno che il marito era tornato a casa con
quel primo tegame colmo di monete d'oro.
Adelina era contenta perché ora erano ricchi o, piuttosto, perché
riteneva di essere lei stessa causa dell'improvviso benessere di cui era
beneficiaria la sua famiglia ? Donna Agatina propendeva per questa seconda
ipotesi. La bambina sapeva più di quanto dava a vedere. Di questo ne
era certa, così come era certa, purtroppo che la sua bambina avrebbe
pagato con la vita per quelle ricchezze. Quello che la faceva dannare era
la convinzione che la bimba sapesse di dover pagare di persona e pareva accettare
la cosa più che con rassegnazione, quasi con gioia; magari era convinta
che in questo modo, non sarebbe più stata soltanto un peso per la sua
famiglia, bensì colei che col suo sacrificio consentiva ai propri cari
di non patire più gli stenti e gli affanni di sempre.
Ecco perché la bimba, nonostante le istigazioni della madre, non voleva
sentirne di farsi cambiare di stanza dal padre !
Anche l'atteggiamento del marito era per Donna Agatina causa di tormento.
Perché non voleva darle retta ? Cosa voleva dimostrare? Che non esistono
gli Spirdi ? E se anche avesse avuto ragione lui, cosa costava cambiare di
stanza la bambina ? O era perché in cuor suo il marito sospettava che
questo cambiamento avrebbe irrimediabilmente compromesso il continuo ritrovamento
di quei tesori, che lui insisteva a considerare bottino dei briganti? Come
poteva pensare che quella banda, dopo lo scontro con i Piemontesi non avesse
avuto alcun superstite in grado di recuperare tutta quella refurtiva? Possibile
che Don Gaetano, si chiedeva la moglie, non si ponesse questi interrogativi?
E se invece, se li poneva, era davvero convinto che in quanto accadeva non
ci fosse alcunché di straordinario, ma solo fortuna? Daltronde
non era nemmeno pensabile che l'uomo fosse disposto a sacrificare la figlia
prediletta allo scopo di arricchirsi, sapeva quanto amava la piccola.
A lungo andare, vedendo aggravarsi sempre più le condizioni di salute
della figlia senza che il marito, a parte le cure mediche, si decidesse a
prendere uno qualunque dei provvedimenti da lei sperati, cominciò ad
odiarlo. Non gli confidò più le sue paure, tanto sapeva che
era tutto tempo perso. Lo conosceva bene.
Per circa sei mesi ancora continuarono quei ritrovamenti, poi cessarono. Naturalmente
Don Gaetano continuò a cercare ancora per qualche altro mese, fin quando
anche lui dovette arrendersi all'evidenza: il bottino dei briganti si era
esaurito. Donna Agatina invece affermava che ad esaurirsi, invece, era stata
la Truvatura.
A seguito di tutti quei ritrovamenti Don Gaetano, in pochissimo tempo divenne
uno dei più ricchi abitanti del paese. Le ricchezze accumulate e gli
immobili che queste gli avevano consentito di acquistare, avrebbero consentito
di vivere di rendita ad almeno tre generazioni di Arcoleo. Ma lui non era
uomo da restarsene con le mani in mano. Infatti, intraprese l'attività
di sensale e si diede al commercio.
Anche in queste nuove attività tutto procedeva a gonfie vele. Non sbagliava
mai un affare. La gente cominciò a rivolgersi a lui e a consultarsi
con lui per i propri negoziati, e lui dietro compenso di una adeguata percentuale
dispensava loro i suoi consigli. Un consulente finanziario ante litteram.
Unico cruccio di Don Gaetano era la salute della sua piccola Adelina. Infatti,
la bambina era ormai allo stremo. Il medico era divenuto un abituale frequentatore
di casa Arcoleo. Prima veniva soltanto quando richiesto, ma quando queste
chiamate divennero quotidiane, egli stesso decise di passare ogni giorno a
visitare la piccola. Ma, la bimba continuava a non mangiare a dispetto delle
continue cure ricostituenti.
Negli ultimi tempi si rese necessario far venire i migliori specialisti da
Palermo, nessuno dei quali seppe diagnosticare con precisione la malattia
di Adelina. Tutti erano concordi sul fatto che la bambina stesse letteralmente
morendo di fame. Intanto i genitori assicuravano che non le facevano mancare
niente, che il cibo che le portavano a letto lei lo mangiava anche se malvolentieri.
Si, é vero che spesso, quando si recavano a ritirare il piatto nella
stanzetta, vi trovavano ancora del cibo che la bimba non riusciva a mandare
giù, ma in linea di massima lo trovavano vuoto.
Sentendo ciò uno degli specialisti narrò di un altro caso simile
che gli era capitato. Lì si era trattato di una giovane che in seguito
ad una delusione sentimentale, rifiutava il cibo e per non far capire niente
ai familiari, di nascosto, lo buttava nel bagno. Ma, chiamato in tempo, egli
era riuscito a scoprire il sotterfugio e a salvare la ragazza costringendola
a mangiare guardata a vista dai suoi, il tutto coadiuvato da appropriate cure
ricostituenti. Chissà, poteva darsi che anche questa paziente nascondeva
il cibo, visto che solitamente mangiava da sola. Ma per quale motivo? Era
impensabile che una bambina di otto anni avesse subìto una delusione
sentimentale. Forse non voleva più vivere in un mondo dove per la sua
infermità era considerata diversa e dove lei stessa si considerava
di nessuna utilità, specialmente in una famiglia come la sua dove ognuno
dei componenti, in un modo o nell'altro, si dava da fare per gli altri.
- Ah... Se mi aveste consultato prima! - sospirò lo specialista - Avremmo
almeno appurato la fondatezza della mia ipotesi. Ora, se anche riuscissimo
ad avere conferma di quanto ho ipotizzato, sono fermamente convinto che, purtroppo,
ormai ci sia ben poco da fare.
Questo fu il responso che Don Gaetano si ebbe da quella consultazione. Ne
fu costernato. Da quel giorno Adelina non mangiò più da sola.
Il cibo le veniva fatto ingoiare quasi a forza, ma era tutto inutile perché
lo vomitava subito dopo.
Un giorno che era rimasta sola in casa con Adelina, Donna Agatina mandò
a chiamare 'u Zù Vicé', un uomo sulla sessantina che aveva fama
di possedere delle facoltà medianiche ed era perciò in grado
di scoprire eventuali "presenze" malefiche e cacciarle.