Quella
sera, invece, con un grande sforzo di volontà riuscì a vincere
la paura che la attanagliava. Non appena quei rumori si fecero risentire,
la sua prima reazione fu la solita, ma notando che gli scricchiolii non accennavano
a diminuire d'intensità, facendosi coraggio abbassò lentamente
le coperte fino a lasciare scoperta la testa e, pronta a ricoprirsi subito
al primo accenno di "pericolo", lentamente la sollevò dal
cuscino. Ma, visto che la spalliera della sedia coperta dai suoi vestiti le
occludeva la visuale della parte inferiore dell'armadio, fece leva sui gomiti
e si sollevò fino a ritrovarsi seduta in mezzo al letto. Solo grazie
al chiarore lunare che filtrava dalla finestra socchiusa riusciva a intravedere
il contorno dei mobili.
Fu così che Rosina guardando in direzione dell'armadio indovinò
i contorni di una forma umana accovacciata ai piedi di esso. Stranamente un
misterioso alone, pur lasciando il resto della camera nella consueta penombra,
prese a circondare quell'apparizione fino a renderla completamente visibile
e chiara. In prossimità del pesante mobile, seduto sul pavimento a
gambe incrociate stava un bambino che dimostrava di avere pressappoco la stessa
età di Rosina. L'abbigliamento lasciava supporre che appartenesse a
una famiglia piuttosto agiata, infatti indossava una candida camicia abbottonata
fino al colletto bordato di fine pizzo; un paio di calzoni corti di colore
blu gli coprivano le gambe fin poco sopra il ginocchio e notò pure
che non portava scarpe ma solo un paio di calzettoni anche essi bianchi. I
capelli, biondi e lisci, ben pettinati con la riga a sinistra gli incorniciavano
il bel viso rotondo, dai tratti regolari. Rosina lo osservava affascinata
e intimorita allo stesso tempo. Accortosi di ciò lo strano ospite le
rivolse un sorriso rassicurante e accattivante allo stesso tempo. La bimba,
in quel modo tranquillizzata, ricambiò il sorriso. Appurato che il
suo gesto aveva sortito l'effetto desiderato, il bambino la invitò
con un cenno della mano ad avvicinarglisi, invito che lei accolse volentieri,
infatti scese dal letto e andò a sederglisi accanto.
- Ciao! - la salutò il bimbo - Hai paura di me?
- Ciao! - ricambiò lei ed eludendo la sua domanda gli chiese: - Chi
sei?
- Mi chiamo Angelo. E' da moltissimo tempo che sono in questa casa e che non
vedo altri bambini della mia età. Sai, qui sto soltanto con dei vecchi
che non mi permettono mai di lasciarli. Solo uno è buono con me, Frà
Santo Spirito...
- Ma... da dove vieni? - lo interruppe la bimba e, prima che lui potesse risponderle,
continuò - Chi sono questi vecchi di cui mi parli? E... perchè
non vogliono farti venire via?
- Aooh! Rosina, non avere fretta. Quante cose che vuoi sapere! E meno male
che avevi paura di me! - poi, facendosi improvvisamente serio in viso, proseguì:
- Non lo so..., ho molti dubbi sull'opportunità di rispondere alle
tue domande. Le mie risposte potrebbero preoccuparti più di quanto
non lo fossi già all'inizio del nostro incontro.
La bimba ristette qualche attimo a meditare sulle ultime parole di Angelo,
ma subito la curiosità ebbe il sopravvento sui suoi timori e riprese
a insistere con le sue domande. Angelo cedette alle pressanti richieste di
lei e, con titubanza, riprese:
- Come vuoi... Secondo te, dopo che si muore che succede? - Che succede? Ma
lo sanno tutti quello che succede quando si muore! Se si è stati buoni
si va in Paradiso, se cattivi all'inferno e se si è stati buoni ma
si è commesso qualche peccato in Purgatorio.
Alla candida risposta di Rosina, un risolino ironico si disegnò sul
viso di Angelo.
- Beh! - continuò questi - Una volta anch'io la pensavo così.
E forse è anche vero, ma io ora, l'unica cosa di cui sono sicuro è
che non sono in Paradiso, forse in Purgatorio o all'Inferno, infatti dove
mi trovo non sto affatto bene, in compagnia come sono di quei due vecchiacci.
Per fortuna ogni tanto viene il Frate di cui ti parlavo prima. È l'unico
con cui mi trovo bene.
- Ma... - s'intromise Rosina - Che cosa intendi dire quando mi parli di Paradiso,
Inferno o Purgatorio? Che significa?
- Significa che io sono... morto o, almeno, così credo! Qui Angelo
tacque un momento, come a volere assaporare l'effetto che le sue parole avevano
prodotto sulla sua interlocutrice.
Infatti, questa era rimasta a bocca aperta per lo stupore; era ròsa
da un dubbio: che la stesse prendendo in giro? Comunque Angelo non le diede
il tempo di reagire e continuò:
- L'ultima cosa che ricordo di quando ero ancora in vita è che mi trovavo
nel mio letto gravemente ammalato. Attorno a me c'era la mamma, papà,
la mia sorellina che era sempre stata il bersaglio preferito delle mie monellerie,
...tu non immagini quanto mi sia mancata in tutto questo lunghissimo tempo.
Vorrei poter tornare indietro per farmi perdonare da lei. C'era anche un prete
e altre persone del vicinato. Poi ricordo di aver avuto un gran sonno e di
essermi come addormentato per risvegliarmi subito dopo in questo posto dove
ormai ho l'impressione di stare da un'eternità. Non so neanche quanto
tempo sia passato da quando sto qui sotto.
Nel dire questo accennò con la mano al pavimento sotto l'armadio e
con tono grave, avvicinando la sua bocca all'orecchio di Rosina, come a volere
evitare che qualcun altro sentisse quanto stava per dire, aggiunse:
- Voglio confidarti un segreto. Qui sotto c'è... un... tesoro! Ma tu....
A questo punto Angelo fu interrotto come da un ringhio che sembrava provenire
anch'esso da sotto l'armadio.
- Ora devo andare - disse con fare circospetto e impaurito - Si sono accorti
della mia assenza. Ma prima di tornarmene da dove sono venuto voglio farti
un'ammonizione. Per favore, qualunque cosa ti propongano rifiuta sempre. Non
ho tempo per dirti di più, ma tu, ti prego, non acconsentire mai a
nessuna delle loro offerte, se mai dovessero fartene...
Non aveva ancora finito di pronunciare le ultime parole quando, come dal nulla,
alle sue spalle spuntò un vecchio dagli occhi così rossi che
sembravano sprizzare scintille. Ma la cosa che più impressionò
Rosina fu la sua espressione torva e malvagia. Il vecchio, con mossa repentina
avvinghiò le sue braccia attorno al corpo di Angelo e, spingendolo
in giù nel pavimento, ve lo fece sparire come attraverso un buco o
una botola apertasi improvvisamente ai piedi dell'armadio.