(A Gasparina Lo Monaco, mia madre)
"Si
dovrebbe esser morti del tutto quando si è morti a metà - mai
burlare la vita, mai truffare l'amore."
(Edgar Lee Masters)
'A TRUVATURA'
Un detto che la gente ripete spesso con tono interrogativo all'indirizzo di
qualcuno arricchitosi tanto improvvisamente quanto inaspettatamente è:
- Ma chi truvò 'a Truvatura?
Ai giorni nostri viene di solito ripetuto con ironia, a volte anche con sarcasmo
e altre ancora con sospetto, quasi a volere intendere che si nutrono seri
dubbi sulla liceità della provenienza di tali improvvise ricchezze.
Fino a qualche tempo fa, invece, non era così. Infatti, quando ancora
il Magico e il Soprannaturale facevano parte del quotidiano e tutto ciò
era convinzione comune della gente, quanto ora si considera irreale, frutto
della suggestione, o, ancora, soltanto volgare ciarlataneria era ritenuto
una normale manifestazione di "presenze" o di fatti che sebbene
non si riuscissero a spiegare empiricamente, tuttavia esistevano e accadevano.
1870 A.D. - Mastro Gaspare Lo Monaco, era un bell'uomo sui trentacinque anni,
alto, biondo, robusto, occhi chiari, insomma, un normanno di Sicilia. Giovanissimo
era rimasto vedovo di Donna Giacinta e, nonostante la giovane età,
era padre di quattro figli, tre maschi e una femmina. Il più grande
di loro, Ciccio, aveva circa sei anni, seguito da Damiano di quattro, Rosina
di due e Andrea, il più piccolo, di circa sei mesi; la nascita di quest'ultimo
aveva causato la morte della madre. Benchè fosse stato molto innamorato
della moglie, tanto che il rimpianto di lei non lo abbandonò mai, dopo
quasi un anno dalla sua dipartita, Gaspare si risposò, ma solo perchè
aveva necessità di qualcuno che si occupasse dei bambini mentre lui
era al lavoro. Anche questa unione durò poco, infatti, circa quattro
anni più tardi, restò ancora vedovo. Qualche mese dopo questa
seconda vedovanza, ebbe modo di concludere un buon affare acquistando una
casa che da anni non era più abitata da alcuno.